giovedì 6 luglio 2017

Donne nella storia: Elena Lucrezia Cornaro

Buongiorno lettori, come procedono le letture estive? Oggi non sono qui per parlare di libri, ma per dare inizio a una nuova rubrica intitolata Oltre i libri di storia, che altro non è se non il continuo della rubrica Storie al femminile, che avevo creato su Biblioteca al femminile con lo scopo di narrare storie di donne che, in qualche modo, hanno lasciato o sono in procinto di lasciare il proprio segno nella storia. Per cominciare, in onore dell'anniversario della sua morte, che ricorrerà il 26 di questo mese, oggi vi parlerò di Elena Lucrezia Cornaro che, come alcuni di voi già sapranno, è la prima donna laureata della storia ed è, con mio grande orgoglio, italiana (e veneta!). Ma chi era Maria Lucrezia Cornaro?



Nata a Venezia il 5 giugno 1646, fu la quinta di sette figli nati dal nobile Giovan Battista Cornaro e da Zanetta Boni, donna di umili origini. Fin dalla giovane età, Elena mostrò un acume e una capacità di apprendimento fuori dal comune e il padre, deciso ad approfittare del talento della figlia per conferire onore e prestigio al buon nome della famiglia, incoraggiò fin da subito i suoi studi. Fu così che, in breve tempo, apprese il latino, il greco, l'ebraico, ma anche lo spagnolo, il francese, l'arabo e l'aramaico, oltre a studiare con ottimi profitti teologia, filosofia e perfino musica. Il suo nome si diffuse ben presto nelle più importanti corti europee ed Elena iniziò a ricevere visite e inviti da parte di nobili, studiosi ed eruditi di ogni paese.

Nonostante il desiderio dei genitori di darla in moglie a qualche nobile, Elena decise di inseguire la propria vocazione religiosa e, a diciannove anni, si fece oblata benedettina, titolo che le permise di seguire l'Ordine benedettino senza richiederle la reclusione a vita monastica, permettendole così di dedicarsi completamente ai suoi studi. Nel 1677, appoggiata dal padre, presentò domanda alo Studio di Padova di addottorarsi in teologia, ma il cardinale Gregorio Barbarigo, cancelliere dell'università, oppose un netto rifiuto alla sua richiesta asserendo che fosse "uno sproposito dottorare una donna" e che, se l'avessero fatto, si sarebbero "resi ridicoli agli occhi del mondo". La sua profonda cultura e le sue incomparabili doti intellettuali perdevano, in breve, ogni valore se messe di fronte al solo fatto di essere donna e quindi, per sua natura, incapace di eguagliare l'innata sapienza maschile. Peccato che Elena avesse saputo ampiamente dimostrare il contrario. 

Il 25 giugno 1678, in seguito a un aspro e duraturo conflitto tra Giovan Battista e il cardinale, Elena riuscì finalmente a sostenere la sua dissertazione e venne dichiarata "magistra in philosophia tantum", ottenendo così la laurea che però le fu assegnata in filosofia. In seguito al conseguimento del tanto agognato titolo, Elena entrò a far parte del Collegio dei medici e dei filosofi dello Studio padovano, pur non ottenendo mai il permesso di accedere all'insegnamento. Il 26 luglio 1684 morì a Padova, dove viveva, stroncata dalla tubercolosi e fu sepolta nell'Abbazia benedettina di Santa Giustina. A lungo sfruttata e ostentata dalla sua famiglia come una sorta di fenomeno da baraccone indispensabile all'affermazione del proprio prestigio, il ricordo di Elena, del suo enorme talento e delle sue importanti conquiste finì ben presto con l'eclissarsi. Per la successiva donna laureata, nel nostro paese avremmo dovuto attendere il 1732, quando Laura Bassi ottenne la sua laurea in filosofia, divenendo in seguito la prima donna al mondo a ottenere una cattedra universitaria.


Oggi una targa in onore di Elena Lucrezia Cornaro è presente a Venezia sul muro esterno di Ca' Farsetti, mentre una statua a lei dedicata si trova al Bo', l'edificio principale dell'Università di Padova. Pochi sono, invero, le iniziative e i simboli realizzati in sua memoria, quando meriterebbe un maggiore riconoscimento per l'enorme contribuito da lei offerto alla travagliata storia dell'emancipazione femminile nel mondo. Proprio per questo ho ritenuto opportuno ricordarla e dedicare a lei il primo post di questa nuova rubrica per me estremamente importante.

Approfitto di questo post per comunicarvi che tutta la prossima settimana sarò a Roma, per cui per un po' non avrete mie notizie. Ma non temete, tornerò presto con mille nuove idee e letture ;) Buone vacanze a tutti!

9 commenti:

  1. Buongiorno Martina,
    interessantissima questa pagina di storia che io colpevolmente ignoravo. Sono molto affascinata dalle figure femminili "forti", intendendo con questo termine quelle donne che riescono a emergere in un panorama purtroppo penalizzante per il genere femminile, penalizzazione che secondo me permane ancora ai giorni nostri, seppure forse in un modo più sottile. Sono ancora più sensibile alla questione perché faccio nella vita di tutti i giorni un mestiere ancora considerato molto "maschile" (tanto che pochissime mie colleghe usano il femminile per definirsi, e la maggior parte sostiene che nominandosi "al maschile" si ottenga più autorità).
    Ho deciso anche di far più caso a questo "bias culturale" nella scelta delle mie letture: guardando ai libri che ho letto quest'anno, infatti, ho notato che la maggioranza sono scritti da autori uomini. Non essendo assolutamente conscia della scelta di genere quando inizio un libro, mi viene da pensare che la mia sia una selezione basata sugli stimoli esterni orientati in un senso piuttosto che un altro: è necessario impegnarsi quindi attivamente per correggere questo bias, e post come i tuoi sono di stimolo e molto utili per questo.
    Ciao da Eva.

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    1. Anch'io sono molto interessata a queste figure di donne forti ed emancipate nella storia, ed è così che ho scoperto un viscerale amore per la fiction storica che narra le storie di vecchie regine del passato. A differenza tua, ultimamente mi rendo conto di leggere quasi solo donne e non per principio – anzi, vorrei poter leggere qualche autore maschile in più – ma perché l'interesse per la storia delle donne mi porta inconsciamente a scegliere continuamente questi libri. Questa rubrica l'ho aperta proprio per dare spazio alle numerose donne che hanno compiuto grandi imprese nella storia ma che, si dà il caso, siano state quasi completamente rimosse dalle storiografie ufficiali. Perché sì, ci sono stati grandi uomini nella storia, ma anche grandi donne!

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  2. Sono così felice di essermi unita ai lettori del tuo blog, ho la possibilità di scoprire storie affascinanti come questa :) non conoscevo affatto questa donna né tanto meno la sua storia. Grazie per quest'articolo!

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    1. Ciao e grazie innanzitutto per esserti unita ai miei lettori. Questo blog è nato da pochissimo ma spero possa crescere pian piano e raccontare molte più aneddoti di donne che hanno fatto la storia, un argomento che mi sta particolarmente a cuore :)

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  3. Ciao! Passo di qui per dirti che ho nominato il tuo blog al Liebster Award del 2017! Ecco il link:

    http://lanostrapassionenonmuore.blogspot.it/2017/07/liebster-award-2017.html

    Spero tanto che parteciperai :-)

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    1. Ciao, ti ringrazio per il premio! Ho risposto qui: http://mamitrailibri.blogspot.com/2017/07/liebster-award-2017.html

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  4. Pochi mesi fa anche l'università di Ca' Foscari a Venezia le ha dedicato un'aula in Ca'Bembo.

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    1. Oh, questo non lo sapevo! Grazie mille per l'informazione, è bello vedere che c'è ancora qualcuno che si ricorda di lei, dovremmo andarne molto più orgogliosi!

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