sabato 30 settembre 2017

Monthly recap: settembre 2017



Settembre, e l'autunno ha finalmente fatto capolino da dietro l'angolo con le sue foschie (maledetta pianura padana!) e i suoi magnifici colori, i primi odiosi freddi e il piacere di una bella serata in divano con in mano un buon libro e una bella tazza di tè caldo. In Giappone è detto anche Dokusho no aki (読書の秋, l'autunno della lettura), perché cosa c'è di meglio di crogiolarsi nella lettura contro i primi freddi  della stagione? Ebbene, questo è quello che ho fatto io in questo primo mese autunnale e, tra una lacrimuccia per la fine dell'estate e l'altra, mi sono lasciata accompagnare da una bella serie di letture. Inoltre, neanche a farlo apposta, proprio questo mese mi sono dedicata a molte letture e acquisti librosi legati al Giappone che hanno fatto insorgere in me una sottile nostalgia di quella che reputo ormai la mia seconda casa. Dopo molto tempo ho anche iniziato a leggere un libro in giapponese, ma sono ben lontana anche solo dal raggiungerne la metà per cui non lo troverete in questo post. E ora bando alle ciance e passiamo ai miei acquisti e alle mie letture del mese!

lunedì 25 settembre 2017

I Love Tokyo, de La Pina



I LOVE TOKYO non è un guida, non è un racconto di viaggio, non è un romanzo. Forse la cosa che gli assomiglia di più è una canzone d'amore. L'amore mio per questa nazione e questa città in particolare.

Quando ho saputo che La Pina avrebbe scritto un libro su Tokyo ho subito pensato che in qualche modo dovevo riuscire a metterci le mani sopra e, trovandomi all'epoca in un periodo di tale penuria economica da considerare un crimine l'idea di spendere soldi per me, ho ben pensato di trovare qualcuno di vicino a cui regalarlo e il compleanno del mio coinquilino cadeva proprio a puntino: chilometri zero! Come molti che mi seguono già sapranno, sono una grande appassionata di Giappone da tempo immemore e yamatologa da oltre un decennio, oltre ad avere avuto la fortuna (perché tale definisco la possibilità di vivere esperienze all'estero) di vivere nel paese per quasi tre anni, e sono sempre molto attenta a nuove pubblicazioni in merito, un po' per desiderio di approfondire e ritrovare ciò che amo, un po' – lo ammetto – per puro senso critico. Il libro de La Pina è un piacevole e colorato appuntamento con il Giappone che può essere facilmente apprezzato sia dai veterani, che si ritroveranno magicamente immersi nelle strade e tra le stravaganze di una città dal fascino indescrivibile,  che da persone ancora inesperte che, tra le pagine di questo volume, potranno trovare informazioni utili, curiosità e un sacco di consigli interessanti. La Pina ci accompagna così alla scoperta di Tokyo, e in particolare della sua Tokyo, e lo fa con tutta la sua esuberante simpatia, con originalità e con tatto. Perché è chiaro fin da subito che stiamo leggendo le parole di una persona che il Giappone l'ha vissuto, l'ha amato e soprattutto, cosa purtroppo non sempre scontata, l'ha capito:

mercoledì 20 settembre 2017

Il figlio dell'Imperatore, di Ōe Kenzaburō



Ho sempre provato una certa ostilità nei confronti di Ōe Kenzaburō – uno dei più importanti autori giapponesi contemporanei e premio Nobel per la letteratura 1994 – perché l'ho sempre visto molto critico nei confronti di autori da me molto amati quali Murakami Haruki e Yoshimoto Banana; ho sempre ritenuto che peccasse un po' di spocchiosità per il suo continuo ostinarsi a sostenere il confine tra la jun bungaku (letteratura pura) da cui proviene e la taishū bungaku (letteratura di massa) in cui colloca questo tipo di autori. Per questo motivo, principalmente, mi sono sempre rifiutata di leggere i suoi lavori e ho lasciato due dei suoi libri che mi fecero acquistare all'università a prendere inutilmente polvere per anni sulla libreria. Oggi che anch'io ho assunto un atteggiamento più critico nei confronti di Murakami e della Yoshimoto e che, da specializzanda in letteratura giapponese, li considero un po' sopravvalutati, ho pensato che fosse giunto il momento di dargli una possibilità e ho capito che a volte ci lasciamo condizionare da inutili pregiudizi precludendoci con le nostre stesse mani strade che potrebbero condurre a meravigliose scoperte. E questo, una bellissima scoperta, è stato per me Il figlio dell'Imperatore, uno dei romanzi più controversi dell'autore.

domenica 10 settembre 2017

Cress, di Marissa Meyer


Non mi sono mai considerata una grande amante del genere young adult, ma confesso che di tanto in tanto, magari mossa da un improvviso bisogno di leggerezza o spinta da un irrefrenabile impulso adolescenziale (perché ricordiamo che sono un'eterna ragazzina e che gli shoujo manga sono sempre stati i miei preferiti!), mi lascio trascinare dallo spirito avventuroso e ingenuamente romantico di queste storie che, il più delle volte, non mi regaleranno forti emozioni, ma hanno il pregio di ridare una botta di vitalità al mio cuore di giovane fangirl ormai avvizzito. Ed è così che vi confesso senza alcuna vergogna di aver letto e apprezzato saghe come Twilight (se ci dimentichiamo dei film inguardabili e dell'ultimo libro), Hunger Games o The Wrath and the Dawn (bellissimo il primo, dimenticabile il secondo). La mia storia con la saga di The Lunar Chronicles, scritta da una giovane Marissa Meyer ancora alle prime armi, è iniziata in un periodo in cui pensavo che mai più mi sarei avvicinata a uno young adult, ma in cui la mia passione per le fiabe mi ha fatta nuovamente cadere nel tranello. E così, dopo un'amara delusione iniziale ma che lasciava intravedere la possibilità di uno spiraglio di miglioramento con Cinder, e passando per una netta rivalutazione dell'autrice, dei suoi personaggi e del mondo da lei creato con Scarlet, arrivata a Cress mi sono trovata completamente invischiata. E ora vi spiegherò perché (mi raccomando, il post contiene spoiler da Cinder e Scarlet per cui se non li avete letti e non volete rovinarvi la storia, astenetevi dalla lettura).

mercoledì 6 settembre 2017

Il sesso inutile, di Oriana Fallaci



Oriana Fallaci è un'autrice che mi ha sempre incuriosito molto, ho sempre guardato con interesse ai suoi romanzi e, ironia del caso, il primo suo libro che mi sono trovata a leggere è stato un saggio. Sto parlando di Il sesso inutile, secondo libro dell'autrice e il primo pubblicato per Rizzoli – che diventerà l'editore principale delle sue opere – un testo con cui la Fallaci ci accompagna in un giro per il mondo incentrato attorno alla figura della donna. Come chi mi legge avrà già avuto modo di notare, quello della condizione femminile è un tema che mi sta molto a cuore e in questo libro ho trovato letteralmente pane per i miei denti: storie affascinanti e terribili, intriganti curiosità, considerazioni dell'autrice e numerosi spunti di riflessione. Capire come vivono le donne nel mondo, avvicinarsi a loro e cercare un dialogo, cogliere la differenza tra imposizione e desiderio nelle loro azioni, può svelarci molto della società in cui sono cresciute ma anche invitarci a riconsiderare la nostra idea di normalità e vedere le cose da prospettive che prima non avevamo nemmeno considerato.

Per quanto mi è possibile, evito sempre di scrivere sulle donne o sui problemi che riguardano le donne. Non so perché, la cosa mi mette a disagio, mi appare ridicola. Le donne non sono una fauna speciale e non capisco per quale ragione esse debbano costituire, specialmente sui giornali, un argomento a parte: come lo sport, la politica e il bollettino meteorologico.